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Eccoci nella sezione dedicata
al burro, un alimento indispensabile anche per la
preparazione di moltissimi piatti e spuntini golosi
e nutrienti. Oltre ai procedimenti di preparazione
scoprirete anche la storia e le virtù nutrizionali
di questo prodotto. |
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La storia del burro non può essere fatta
risalire ad un epoca ben precisa, a causa delle
remote leggende che tramandano origini diverse.
C’è chi parla degli Sciiti, abitanti
tra il VII e II secolo avanti Cristo delle zone
tra il Danubio e il Don, chi ne fa risalire la
scoperta agli abitanti dell’India Asiatica,
come è riportato in alcuni inni sacri risalenti
a circa il 1500-2000 avanti Cristo. Ad ogni modo
si tramanda che l’invenzione del burro sia
avvenuta in regioni settentrionali soprattutto
perché per ottenere la burrificazione è
necessaria una temperatura di circa 15°C che
è facilmente raggiungibile in regioni meno
calde. Ne parlano Ippocrate - che attribuisce
l’origine della parola “boutiron”
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proprio agli Sciiti - e Plinio
che descrive i processi di produzione come appartenenti
alle regioni settentrionali e sconosciuta in quelle
mediterranee.
Tuttavia, altre fonti attestano che furono gli
antichi ebrei a citare il burro nell’Antico
Testamento e che sarebbero stati proprio loro
i primi a svilupparne l’arte della produzione
e a considerarlo per le sue caratteristiche puramente
alimentari e nutritive. Qualunque fosse la sua
origine, il burro veniva utilizzato per diversi
usi anche differenti da quello alimentare, dalla
cosmesi alla medicina, come ottimo unguento medicale.
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Il burro è anch’esso un derivato
del latte e, come tale, conserva molte delle inimitabili
caratteristiche della materia da cui discende.
Il burro è un alimento ottenuto dalla lavorazione
della crema di latte ovvero dalla panna.
Caratteristici del latte vaccino, e quindi anche
del burro, sono gli acidi grassi a catena corta
che vi si trovano in quantità relativamente
elevata. Gli acidi grassi propri del burro hanno
la caratteristica di avere un punto di fusione
inferiore alla temperatura del corpo: si sciolgono
infatti a 30 °C. Questo è un ottimo
requisito per la digeribilità e colloca
il burro in una posizione di favore rispetto a
tutti gli altri grassi di provenienza animale.
Rapidamente assimilati e trasformati dal fegato,
questi grassi risultano preziosi anche per chi
fa sport e necessita di alimenti “a pronta
disponibilità energetica”.
I grassi alimentari sono dei preziosi nutrienti,
ma devono essere assunti nelle giuste quantità.
In una dieta prudente c’è spazio
per qualsiasi alimento purché non si sovrappongano
- nel corso della giornata - altri cibi ricchi
degli stessi componenti o capaci di farci superare,
anche con delle porzioni relativamente modeste,
il limite raccomandato per ciascun tipo di grasso
o per il totale del fabbisogno calorico giornaliero.
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Oggi come oggi la motivazione
più convincente per contenere i consumi
di alimenti ricchi di grassi è la drastica
riduzione dei consumi energetici dell’uomo
civilizzato. L’automobile, l’ufficio,
la televisione, il computer hanno inciso negativamente
sulla qualità della vita facendo di noi
degli animali sedentari.
Ma nessun problema sussiste per chi ha mantenuto
l’ottima abitudine di mangiare a colazione
pane burro e marmellata (prevenendo così
anche quell’ipoglicemia che a metà
mattina impone degli spuntini al bar con prodotti
a volte censurabili) oppure chi predilige a pranzo
il risotto o la pasta al burro.
I grassi inoltre, sono indispensabili per l’equilibrio
metabolico non meno delle proteine o dei carboidrati
e non servono solo a far ingrassare. Nella giusta
quantità, infatti, sono preziosissimi per
il nostro organismo. Le cellule del nostro corpo
sono circondate da membrane fatte soprattutto
di grassi e il buon funzionamento di tutti gli
organi dipende proprio dalla loro salute. E chi
ne ha più bisogno sono proprio il cervello
e il sistema nervoso.
E senza i grassi, alcune vitamine che regolano
importanti fenomeni come la vista e la crescita
non sarebbero presenti nella nostra alimentazione,
in quanto solo i grassi favoriscono l'assorbimento
delle vitamine liposolubili A, D, E, K e dei carotenoidi.
Di ogni vitamina basta una dose molto piccola,
ma quella è indispensabile. Il nostro organismo
non è capace di fabbricarne e deve quindi
assumerle con il cibo. Ai nostri giorni è
difficile restare a corto di vitamine, salvo che
in particolari situazioni come la gravidanza,
l’allattamento, la crescita o in seguito
ad alcune malattie. In genere, un’alimentazione
variata è più che sufficiente per
dare al nostro corpo tutte le vitamine di cui
ha bisogno.
Il burro è una delle poche fonti di vitamina
D, importante per il metabolismo del calcio, cioè
per un buon sviluppo e la salute delle ossa. Contiene
anche significative quantità di vitamine
liposolubili come la A, che favorisce la crescita,
protegge le mucose e difende dalle infezioni.
Il burro, per il suo alto contenuto di grassi,
è un alimento molto energetico. Va comunque
precisato che il burro contiene circa il 15 per
cento di acqua, quindi non è un prodotto
grasso al 100 per cento. Un etto di burro, contiene
250 mg di colesterolo, ma per mangiare un etto
di burro ce ne vuole!
Il burro, ben utilizzato, è quindi importante
per un’alimentazione corretta ed equilibrata,
ma non se ne deve abusare. E per sfruttare al
meglio le sue doti deve essere utilizzato crudo
o fatto sciogliere su cibo caldo.
Per venire incontro alle esigenze dei consumatori,
l’industria produce anche nuovi tipi di
burro. Sono oggi in commercio prodotti con un
contenuto di grasso inferiore all’82%: i
burri “leggeri a ridotto tenore di grasso”
che contengono il 60-62 per cento di grassi, e
i “leggeri a basso tenore di grasso”
con solo il 39-41 per cento di grassi.
Ad essi si aggiunge il burro “a ridotto
contenuto di colesterolo”. In questo prodotto
il contenuto in colesterolo risulta ridotto mediamente
del 75-80 per cento.
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Per ottenere un chilogrammo di burro occorrono
mediamente 23-25 kg di latte, a seconda delle
caratteristiche della materia prima. Il burro
viene prodotto attraverso due differenti tecniche
di lavorazione: affioramento e centrifuga.
La tecnica di affioramento prevede il riposo del
latte in bacinelle di acciaio inox per 8/12 ore
ad una temperatura compresa tra i 10 e i 15°C.
Col trascorrere delle ore e in virtù del
suo minore peso specifico, la parte grassa del
latte si separa dalla parte liquida ed affiora
in superficie. Questa parte grassa è chiamata
crema di latte o panna. |
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La tecnica della centrifuga, invece,
è un’operazione meccanica e consiste
nella separazione dei globuli di grasso attraverso
la centrifugazione del latte ad una temperatura
di 50-60°C.
La panna ottenuta con la centrifugazione risulta
più dolce perché non si sono ancora
sviluppati i fermenti lattici.
A questo punto la crema, comunque sia stata ottenuta,
viene sottoposta ad un processo di pastorizzazione
alla temperatura di 90/100°C. Nel corso di
questo processo avviene la completa liquefazione
dei grassi e vengono “liberate” le
sostanze antiossidanti che proteggeranno la crema
nelle fasi successive di produzione.
La panna viene quindi raffreddata ad una temperatura
di 9-11 °C per 2-4 ore per conferire al burro
una consistenza adeguata.
Se invece alla panna sono stati aggiunti dei fermenti
(Lactococcus lactis e leuconostoc citrovorum)
la temperatura viene successivamente portata a
15-21 °C per favorire l’attività
dei batteri lattici.
La panna cosi “maturata” viene quindi
burrificata, cioè sottoposta ad un processo
di agitazione meccanica a freddo durante il quale
i globuli di grasso si amalgamano tra loro facendo
uscire la parte residua di acqua. Questo processo
viene chiamato zangolatura. Le zangole, un tempo
in legno, sono costituite da recipienti in acciaio
inox che ruotano sul proprio asse.
Il burro così ottenuto viene lavato accuratamente
con acqua fredda e successivamente amalgamato
per eliminare i liquidi residui e i microrganismi
in esso presenti, così da aumentarne la
conservabilità.
Al termine di questa fase il burro può
essere eventualmente salato, pratica assai diffusa
nel nord Europa, negli USA e in Canada.
A questo punto il processo di produzione è
terminato e il burro viene confezionato in pani
di diverse dimensioni o in barattoli.
Le tecniche di produzione utilizzate e le diverse
qualità organolettiche del latte impiegato
possono conferire al burro caratteristiche diverse
sia per colore che per aroma, ma non ne pregiudicano
certo la qualità.
E la qualità è facile da riconoscere:
il burro deve avere un aspetto lucido, compatto
ed omogeneo, un aroma gradevole, un sapore lieve
e delicato.
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