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Eccoci nella sezione dedicata
ai formaggi. Pochi lo sanno, ma stiamo parlando
di uno dei cibi più nutrienti che esistano
nati da una vera e propria magia biochimica. |
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Grazie a questa magia, da un'unica
preziosa materia prima - il latte - è possibile
ottenere centinaia di tipi diversi di formaggio.
Nonostante la tecnica della sua preparazione sia
estremamente varia il principio per cui dal latte
si ricava il formaggio è praticamente unico.
Di seguito troverete un’esaustiva carrellata
sul “mondo del formaggio”. |
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La legge dice che il formaggio (o cacio) è
il prodotto ottenuto dal latte intero o scremato
in seguito a coagulazione acida o presamica, con
aggiunta di sale da cucina e di fermenti lattici.
Ma in parole più semplici cosa vuol dire?
Quando si aggiunge al latte il caglio - una sostanza
generalmente preparata a partire dallo stomaco
di vitello, capretto o agnello - alcune proteine
del latte, le caseine, passano allo stato solido,
coagulando. Questo porta alla separazione della
parte solida del latte (la cagliata) dalla parte
liquida (il siero). In questo processo parte importante
del grasso, delle vitamine e dei sali minerali
restano “intrappolati” nella parte
solida.
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La cagliata viene lavorata secondo
tecniche diverse a seconda del tipo di formaggio
che si vuol produrre:
possono cambiare la temperatura di lavorazione
o l'acidità del latte, il tipo di caglio,
il tempo o la temperatura di cottura della cagliata,
il tipo di trattamento cui viene sottoposta la
pasta (pressatura, filatura ecc.).
Anche la maturazione e la stagionatura del formaggio,
quando ha luogo, è diversa nei modi e nella
durata, pur consistendo sempre in una serie di
processi fermentativi. Il risultato di queste
differenti tecniche di lavorazione sono le differenze
tra i diversi formaggi: duri o molli, dolci o
piccanti, ecc.
In dettaglio la fabbricazione del formaggio avviene
attraverso il succedersi delle seguenti fasi:
1) Riscaldamento del latte intero o scremato;
2) Eventuale aggiunta di fermenti;
3) Coagulazione del latte con il caglio o presame;
4) Rottura del coagulo o spinatura;
5) Eventuale cottura della cagliata (formaggi
a pasta dura);
6) Estrazione della cagliata e messa in forma;
7) Eventuale compressione delle forme;
8) Salatura;
9) Maturazione o stagionatura.
Allorché viene tolta la cagliata, nella
caldaia rimane il siero. Questo viene utilizzato
per la preparazione della ricotta.
Per produrre questo prezioso latticino (non è
un formaggio perché, come abbiamo, detto
i formaggi sono quelli ottenuti dal latte), il
siero del latte viene acidificato con acido lattico
o citrico e cotto ad una temperatura di 80-90
°C. Con questa “ricottura” (da
qui il nome della ri-cotta) le proteine del siero
"flocculano", si trasformano cioè
in fiocchi, che vengono raccolti e separati dalla
parte liquida (scotta). Esistono moltissimi tipi
di ricotta, la più comune è quella
fresca di siero di latte di vacca. Molto saporite
le ricotte di pecora o di bufala, più delicate
quelle di vacca e di capra.
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Non esiste un'unica classificazione dei formaggi,
dato che se ne possono proporre molte e diverse,
differenziate fra loro a seconda delle caratteristiche
che di volta in volta si prendono come base di
partenza.
Accenniamo alle più significative.
1) I formaggi possono essere distinti in vaccini,
pecorini, bufalini e caprini, a seconda del tipo
di latte che si adopera per produrli. Esistono
poi i formaggi misti, preparati con miscele di
latte di diverse specie.
2) In funzione del contenuto in acqua del formaggio
si parla di formaggi molli (hanno più del
67% di acqua sul residuo magro), di formaggi semiduri,
con un contenuto di acqua sul residuo magro compreso
tra il 54 e il 69% e di formaggi duri, che hanno
un contenuto in acqua inferiore sul residuo magro
compreso tra il 49 e il 56%. |
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3) A seconda della temperatura
alla quale viene portata la cagliata, i formaggi
possono essere suddivisi in formaggi a pasta cruda,
semicotta, cotta. A parte sono considerati i formaggi
a pasta filata (che vengono manipolati con acqua
calda a 85-90°C) e quelli erborinati, come
il gorgonzola, ottenuti con l’aiuto di muffe
“buone”.
4) I formaggi possono poi essere classificati
in funzione della loro stagionatura: i formaggi
freschi sono quelli che non richiedono alcuna
stagionatura e vengono consumati immediatamente
dopo la loro produzione. I formaggi stagionati,
invece, per raggiungere le loro caratteristiche
devono essere conservati per un certo periodo
in particolari condizioni di temperatura ed umidità.
Questo periodo dura qualche settimana o qualche
mese per i formaggi a media stagionatura, uno
o due anni per quelli a lunga stagionatura.
5) Ci si può riferire anche al contenuto
in grassi. In base ad una legge del 1992 possono
essere chiamati "formaggi magri" i formaggi
che hanno un contenuto in grasso sul secco inferiore
al 20%, e "formaggi leggeri" (in commercio
si chiamano anche "light") i formaggi
con un contenuto in grasso sul secco compreso
tra il 20 e 35%. Questa regola non vale per i
formaggi DOP, il cui tenore in grasso dipende
da cosa prevede il disciplinare di produzione.
6) Esistono poi i formaggi con nome tutelato:
i formaggi DOP, IGP e STG.
La sigla DOP - denominazione di origine protetta
- è riservata ai formaggi che hanno ottenuto
un particolare marchio di riconoscimento. Si tratta
di prodotti il cui nome è legato all'area
di produzione e che hanno qualità e caratteristiche
che dipendono in modo essenziale o esclusivo dalla
zona di origine. Anche la sigla IGP - Indicazione
geografica protetta, è riservata ai formaggi
il cui nome è legato all'area di produzione.
In questo caso però il legame con il territorio
di origine può essere meno marcato. Non
tutte le caratteristiche del prodotto finito dipendono
cioè dal territorio - per esempio la produzione
di latte o la stagionatura - e alcune fasi produttive
possono essere effettuate anche al di fuori dell'area
delimitata.
Nel caso delle STG - Specialità tradizionali
garantite - infine, non esiste un legame con il
territorio, ma con la ricetta. È questa
quella che viene di fatto registrata e solo i
prodotti ottenuti nel rispetto della ricetta tradizionale
possono utilizzare la sigla STG.
In tutti questi casi, la legge tutela i nomi di
questi formaggi evitando abusi e sfruttamenti.
Le denominazioni tutelate, siano esse DOP, IGP
o STG, non possono essere utilizzate per prodotti
non conformi ai requisiti previsti dal disciplinare.
È vietato inoltre far ricorso a denominazioni
simili o assonanti.
7) Non vanno infine dimenticati i formaggi fusi.
Chi di noi non ha mai mangiato da bambino la pastina
arricchita con i formaggini. Oggi esistono numerosi
tipi di formaggi fusi, tutti ottenuti seguendo
lo stesso principio: si fondono a caldo normali
formaggi aggiungendo panna, caseina, siero o altri
ingredienti. Esistono formaggi fusi cremosi e
spalmabili, formaggi fusi a fette e formaggi fusi
che ricordano per consistenza i formaggi molli.
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I formaggi vantano un valore nutritivo elevatissimo,
tanto che possono essere definiti come un vero
e proprio concentrato (a densità maggiore
o minore a seconda del contenuto in acqua) delle
qualità nutritive del latte (con la sola
eccezione del lattosio e di una parte di proteine
rimaste nel siero).
Se a questo si aggiungono le loro caratteristiche
favorevoli di conservabilità, di ridotto
volume e di facile trasportabilità, si
completa il quadro di un alimento eccellente sia
sotto il profilo del gusto che sotto quello dei
pregi nutrizionali.
Un alimento che si presta straordinariamente a
fungere da correttivo delle carenze di certe diete
povere o sbilanciate e incomplete (come sono,
ad esempio, le diete vegetariane estreme) e da
integratore, particolarmente nella alimentazione
dei bambini e delle persone anziane. |
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Energia
I formaggi sono ricchi di energia (sono
un vero alimento, non un condimento o un complemento
al pasto!) e sono un concentrato proteico di alta
qualità (fino a dieci volte i valori del
latte di partenza): 150 grammi di formaggio bastano
a coprire il fabbisogno proteico di un adulto.
Inoltre, la qualità di queste proteine
è adattissima, per la sua particolare ricchezza
in alcuni aminoacidi essenziali, a compensare
le carenze delle proteine vegetali presenti nella
dieta.
Il maggior contributo al valore energetico dei
formaggi è dato dai grassi, presenti in
quantità diverse a seconda della varietà,
mentre il colesterolo è presente nei formaggi
in misura variabile dai 60 ai 100 milligrammi
ogni 100 grammi (per una assunzione massima giornaliera
suggerita di 300 milligrammi).
I grassi, o lipidi, non sono solo fonte d’energia.
Sono presenti nell’organismo umano per assolvere
ad altre funzioni fondamentali: sono componenti
fondamentali delle membrane cellulari, trasportano
le vitamine liposolubili, sono precursori di composti
indispensabili come gli ormoni.
I grassi presenti nei formaggi, come in tutti
gli alimenti di origine animale, sono principalmente
saturi; comunque la qualità degli acidi
grassi di piccole dimensioni presenti nei formaggi
li rende facilmente digeribili e utilizzabili
da parte dell'organismo.
La ricchezza nutritiva dei formaggi ne condiziona
talvolta il consumo. Tuttavia, il grande assortimento
che offre il mercato italiano dei formaggi consente
delle scelte mirate e per chiunque, quindi, esiste
la possibilità di scegliere la qualità
e la quantità di un formaggio in modo da
rispettare nella propria dieta il tetto giornaliero
consigliato di grassi, di acidi grassi saturi
e di colesterolo.
Minerali
Di grande rilievo anche l'apporto in minerali.
I formaggi contengono fosforo, sodio, ma soprattutto
molto calcio, un minerale essenziale per la formazione
e il mantenimento delle ossa e dei denti e per
una serie di processi, quali la conduzione degli
impulsi nervosi, la contrazione muscolare, la
coagulazione del sangue.
Lo stesso vale anche per i formaggi “light”,
poiché l’eliminazione di una quota
di grasso non comporta una riduzione del contenuto
di calcio.
Il formaggio rappresenta, con il latte e lo yogurt,
la fonte alimentare di calcio per l'uomo più
importante: questi prodotti assicurano oltre i
2/3 dell'introito giornaliero di calcio nel nostro
Paese, e bastano 70-120 grammi di un qualsiasi
formaggio per coprire il fabbisogno quotidiano
medio di un adulto.
Va poi sottolineato che in questi prodotti il
calcio stesso è contenuto in una forma
chimica che lo rende molto più facilmente
assorbibile e utilizzabile da parte del nostro
organismo.
Ed è anche importante ricordare che il
formaggio contiene calcio e fosforo in un rapporto
superiore ad 1, ossia in un rapporto ideale sia
per una utilizzazione ottimale del calcio che
per correggere nel complesso della dieta la esagerata
prevalenza del fosforo che si riscontra in tutti
gli alimenti di più largo consumo (quali
cereali, patate, legumi, carne, uova, ecc.) e
che può provocare perdite considerevoli
di calcio.
L’alimentazione ha quindi un ruolo di fondamentale
importanza nella comparsa e nel decorso dell’osteoporosi
e su questa, a differenza di altri fattori non
modificabili, si può intervenire.
È utile ricordare che uno stile di vita
“sano” ed un’alimentazione corretta,
ricca di calcio, sin dalle prime fasi della vita
(bambini ed adolescenti) possono costruire e mantenere
un osso robusto, riducendo il rischio di osteoporosi
e, di conseguenza, il numero di fratture e l’invalidità
e la mortalità che ad esse si accompagnano.
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Altre
Componenti
Per quanto riguarda le vitamine, i formaggi, unitamente
agli altri prodotti lattiero-caseari, coprono
circa il 30% della assunzione totale di vitamina
B2 e di vitamina B12; inoltre contengono quantità
significative di vitamina A.
Questa vitamina è indispensabile per il
meccanismo della visione e per la differenziazione
cellulare e, di conseguenza, è necessaria
per la crescita, la riproduzione e l’integrità
del sistema immunitario.
Sono indiscutibili i pregi nutrizionali dei formaggi:
dall’apporto in energia e proteine di elevatissima
qualità a quello abbondante e quasi unico
di calcio, dall’ottimo rapporto calcio/fosforo
al significativo contributo in vitamine.
Tuttavia, il contenuto in calorie e grassi, così
come in sodio, è particolarmente elevato
in alcune varietà di formaggio; questi
fattori assumono rilievo in relazione ad un consumo
eccessivo. È necessario, quindi, controllare
la quantità consumata mangiando porzioni
più piccole o preferendo formaggi meno
grassi e latticini
È importante utilizzare correttamente
i formaggi, in relazione non soltanto al loro
apporto nutritivo ma anche alla molteplicità
di tipi disponibili (comprese le varietà
a ridotto tenore in grassi, i formaggi “light”),
alla loro elettiva indicazione per l'età
evolutiva e per le intolleranze al latte, alla
loro attitudine a completare le diete vegetariane
ecc.
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L'uso del formaggio ai pasti è molto esteso:
come antipasto, come condimento (formaggio grattugiato),
come base per piatti elaborati e squisiti. Niente
completa e arricchisce meglio un pranzo, quanto
l'apparire di un vassoio di formaggi diversi l'uno
dall'altro ma ugualmente squisiti nelle tante
varietà che hanno reso famosa la produzione
italiana.
Il formaggio è adatto a persone di tutte
le età ed è in grado di soddisfare
tutti i gusti. Inoltre è particolarmente
indicato per i bambini ed i ragazzi in crescita,
per il suo alto contenuto di proteine, di calcio,
di grassi. |
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Per coloro che hanno preoccupazioni
dietetiche o esigenze particolari è utile
ricordare che nella vasta famiglia dei formaggi
oggi in commercio è possibile scegliere
quelli che meglio si adattano, per apporto di
calcio, per quantità di grassi e per patrimonio
energetico, alle proprie necessità individuali.
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Per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche
e la fragranza dei formaggi, è necessario
seguire alcune semplici regole di conservazione.
Il formaggio va tenuto in frigorifero, nel comparto
all'uopo destinato, in un recipiente chiuso e
lontano da alimenti di odore forte (aglio, cipolla,
ecc.) che possono alterarne l’aroma.
I formaggi freschi ad alto contenuto di umidità
(crescenza, robiola, mozzarella, ricotta...) una
volta aperti vanno conservati in contenitori di
plastica a chiusura ermetica, per impedire che
si secchino. Se c'è liquido di governo
è bene lasciarveli immersi. |
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Per apprezzare al meglio il sapore
ed il profumo dei formaggi, è bene estrarli
dal frigorifero un po’ prima del consumo.
In ogni caso, è molto importante la pulizia
dei contenitori o del tagliere: bisogna lavarli
frequentemente con acqua calda per rimuovere ogni
traccia di sporco, che potrebbe favorire la formazione
di muffe.
Se si hanno problemi di conservazione, o se risulta
più comodo, si possono acquistare formaggi
in confezione sottovuoto o in atmosfera modificata
(è un sistema più recente): questi
metodi infatti non incidono sulle caratteristiche
di gusto e profumo del formaggio.
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Come abbiamo visto, il formaggio nasce dalla coagulazione
del latte, processo antichissimo inventato dall'uomo
migliaia di anni fa per conservare il latte, preservandone
tutte le caratteristiche nel tempo.
Abbiamo visto che esistono centinaia di tipi diversi
di formaggi, risultato di una lunga serie di operazioni.
Non esiste al mondo Paese che non abbia propri
formaggi tipici. Ad ogni modo la tradizione italiana
resta impareggiabile: in Italia esistono infatti
oltre 400 varietà, tutte eccellenti, di
formaggi sani, naturali e nutrienti.
La Mozzarella e la Crescenza per esempio - che
rientrano in quelli che abbiamo definito formaggi |
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molli - sono l'espressione di
due realtà profondamente diverse: la Mozzarella,
formaggio fresco a pasta filata, è il formaggio
del sud per eccellenza che deve il suo nome al
fatto che la pasta veniva tagliata (mozzata) a
mano durante la lavorazione. La Crescenza, invece,
è uno dei formaggi molli più diffusi
nel nord del Paese. Il suo nome? Deriva probabilmente
da "carsenza", una specie di focaccia
alla quale assomiglia molto.
Ma sono solo due esempi tra cento che potremmo
fare.
Potremmo parlare del Grana Padano e del Parmigiano
Reggiano, formaggi nati quasi mille anni fa nella
Pianura Padana per opera dei frati cistercensi
e benedettini. Potremmo parlare del Gorgonzola,
il formaggio nato da un casaro innamorato che
una sera, per amore, dimenticò di lavorare
il latte. Per non essere scoperto dal padrone
mischiò il latte che nel frattempo si era
cagliato con il latte del giorno dopo. Dopo pochi
giorni scoprì di aver "inventato"
un formaggio veramente ottimo. Potremmo parlare
del Taleggio, che ancora oggi viene stagionato
nelle omonime valli lombarde. O del Provolone,
il formaggio "emigrante". Nato in Campania
moltissimi anni fa, all'inizio del secolo scorso
è emigrato in Lombardia e in Veneto per
raggiungere le aree in cui c'era più disponibilità
di latte. Potremmo parlare del Pecorino, un formaggio
già noto al tempo degli antichi Romani
dal momento che veniva utilizzato come provvigione
alimentare per gli eserciti.
Insomma gli esempi sarebbero davvero tantissimi.
È certo però che la tradizione italiana
non ha pari nel mondo e che i formaggi italiani
sono apprezzati e riconosciuti da tutti coloro
che amano il buon mangiare.
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